mercoledì 21 novembre 2007

Postfazione

di Aldo Chiarle

Mio caro Aljosha, ti ringrazio per avermi chiesto una postfazione al tuo libro di imminente pubblicazione; accetto volentieri perché la poesia è senza dubbio alcuno la forma d'arte che meglio di ogni altra lascia liberi i sentimenti.
Octavio Paz, poeta e saggista messicano, premio Nobel per la letteratura nel 1990 ha scritto:
"La poesia è conoscenza, salvezza, potere, abbandono. Operazione capace di cambiare il mondo, l'attività poetica è rivoluzionaria per natura; esercizio spirituale è un metodo di liberazione interiore. La poesia rivela questo mondo; ne crea un altro. Pane degli eletti; elemento maledetto. Isola; unisce. Invito al viaggio; ritorno alla terra natale. Inspirazione, respirazione, esercizio muscolare. Preghiera al vuoto, dialogo con l'assenza; si alimenta di noia, di angoscia e di disperazione. Orazione, litania, epifania, presenza. Esorcismo, scongiuro, magia. Le opere poetiche restano e ognuna di esse costituisce un'unità autosufficiente, un esemplare isolato, che non si ripeterà più".
Queste parole di un grande poeta s'attagliano al tuo lavoro, e sono la sintesi di ogni opera poetica, che rappresenta le idee, le aspirazioni, i sentimenti del poeta e ogni critica, anche la più benevola, diventa assurda perché immedesimandosi nel poeta si possono vivere quelle grandi sensazioni che hanno permesso ai sentimenti di prendere forma.
Ed io immergendomi nei tuoi versi, ho sentito le tue sensazioni.

Roma, 3 luglio 2007

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